Il divorzio? Adesso è breve ed anche economico. Basta seguire poche, semplici regole ed anche per le coppie italiane sarà possibile divorziare in tempi brevissimi.

I numeri:

Il fenomeno è in rapida crescita, al punto che, come attestato dall'Associazione matrimonialisti italiani, tra il 2005 ed il 2011 sarebbero state circa 8.000 le coppie ad imboccare le strade che portano lontano dalla bella Italia. Lo chiamano divorzio express. Si combina col divorzio low cost. Come fossero due pacchetti da comprare sugli scaffali del supermercato della vita, consentono di liberarsi del non più amato coniuge nel volgere di qualche settimana e, soprattutto, a buon prezzo.

Divorziare in Italia:

Per capire: in Italia, chi voglia lasciare per sempre la moglie o il marito deve spendere soldi e tempo. Anzitutto, c'è la fase della separazione che, da sola, se consensuale, in genere porta via quattro mesi e non meno di duemila euro tra bolli ed avvocati. Se giudiziale, si trasforma in causa che si sa quando inizia ma non quando finisce. Solo migliaia di euro e di giorni dopo, il suggello del ritorno alla solitudine giunge comunque in coda ad una o più udienze, a seconda che il divorzio sia congiunto o giudiziale.
 All’estero le regole sono assolutamente differenti.

La soluzione:

La maggior parte dei nostri clienti, e più in generale, pare, almeno il 30% degli italiani che vuole divorziare all’estero, scelgono Spagna e Romania. Di seguito, in via esemplificativa, l’iter per ottenere il divorzio nei due paesi:

  • Consenso degli interessati;
  • domicilio stabile nel Paese;
  • procura alle liti con confezionamento dell’accordo di divorzio;
  • presentazione della domanda di divorzio;
  • sentenza di divorzio.

Indipendentemente dalla scelta del paese ove procedere alla richiesta di divorzio, la burocrazia degli indicati Paesi, richiede un'attesa di circa trenta giorni per avere la sentenza scritta passata in giudicato; solo successivamenete gli ormai ex coniugi, potranno recarsi dall’Ufficiale di Stato Civile italiano che trascriverà senza indugio la sentenza di divorzio.

Quanto alla trascrizione in Italia di sentenza pronunciata all'estero, trattandosi di Paese dell'U.E., sarà sufficiente esibire il certificato previsto dall'art. 30 del Regolamento C.E. n. 2201/2003, rilasciato dall’Autorità che ha pronunciato il divorzio nel paese straniero. Detto documento non dovrà essere tradotto nè legalizzato, le sentenze di divorzio straniere sono trascritte (art.64 Legge 218/1995), al fine del riconoscimento in Italia, direttamente dall’Ufficio di Stato Civile su richiesta scritta e in bollo indirizzata al Sindaco dagli interessati e può contenere dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà; la traduzione, su richiesta, dovrà essere asseverata presso la casa Comunale o presso l’ufficio di volontaria giurisdizione presente presso qualsiasi Tribunale italiano.